Lo denuncia Giovanni Bartolommei "si vuole far credere che gli animali sono trattati bene ma non è cosi"
Sono trascorsi quasi quattro mesi da quando nel parco di Ranco Spinoso furono ammazzati da un lupo quindici animali (cervi, caprioli, daini). Questo a causa di una parte della recinzione non eseguita in maniera corretta.
Per obbligare i gestori del parco (comunità montana della Valtiberina Toscana) a eseguire immediatamente i lavori necessari a rendere la recinzione sicura contro l'ingresso dei lupi, in gran numero in quella zona, ho scritto: ai vari enti nazionali e internazionali per la protezione degli animali, ai comuni che pensavo fossero interessati, alla provincia di Arezzo, alla regione Toscana, ai comandi dei carabinieri e guardie forestali, ai vari ambulatori veterinari, ai quotidiani e televisioni locali, ma nessuno ha mosso un dito.
Due volte ho scritto alla comunità montana della Valtiberina Toscana, ma non ho ricevuto alcuna risposta.
L'Italia attraverso la voce di vari personaggi, si dichiara come uno dei pochi paesi al mondo protettrice degli animali e dei loro diritti, ma è stato dimostrato il contrario dalla varie istituzioni.
Se il parco fosse stato gestito da un privato, immediatamente sarebbe stato costretto a eseguire i vari lavori alla recinzione e a subire le conseguenze legali per avere permesso, con la recinzione non adeguata, l'uccisione di quindici animali protetti dalla legge, ma il parco di Ranco Spinoso non è privato; crea, sulla pelle degli animali indifesi, lo stipendio mensile per molte persone.
Mettere in sicurezza migliaia di metri di recinzione è molto costoso.
Molti animali sono dentro a quel recinto e il cibo è scarso, l'erba è rasata fino a terra, potrebbe essere incrementata l'alimentazione con mangimi industriali, ma anche questa costa (si da l'avena, a qualche animale, solo nei giorni in cui ci sono le visite guidate e in presenza dei visitatori, per far credere che gli animali sono trattati bene), per cui una visita dei lupi, ogni tanto, è accettata e tenuta nascosta.
Ricordo benissimo il rimprovero che ebbi dalla guardia giurata del parco, per avere sparso la voce del massacro dei quindici animali. Chissà se ci saranno stati altri massacri dopo quello del dieci aprile, non lo sapremmo mai!
Giovanni Bartolommei (com. Cavriglia, pr. Arezzo).
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