"Il modello gestionale individuato dalla Geo Italia, elemento innovativo del progetto, che prevede l’azionariato diffuso, l’assunzione di manodopera locale e la sua formazione in loco, nel caso di un ridimensionamento del progetto, sarà totalmente insostenibile"
Poche ore e il destino del Parco eolico Poggio Tre Vescovi sarà segnato: lunedì si riunirà a Firenze la conferenza dei servizi nell'ambito della quale il Ministero per i Beni e le Attività culturali comunicherà ufficialmente la propria decisione. Bocciatura o via libera? Il parere negativo è dato per scontato, mentre del clamoroso avrebbe, se confermato nei fatti, il compromesso individuato, che la sezione Italia Nostra di Sestino battezza sin da ora come "finestra sulla speculazione". I tecnici guidati da Giancarlo Galan, infatti, secondo rumors attendibili, inviteranno la società proponente Geo Italia a elaborare un nuovo progetto che preveda, obbligatoriamente, la riduzione del numero delle pale e, a discrezione dell'azienda stessa, la diminuzione dell'altezza delle stesse.
La sezione Italia Nostra di Sestino auspica che il dicastero preposto alla conservazione del paesaggio e del patrimonio artistico e culturale non sia seriamente intenzionato a proporre questa alternativa perché, così facendo, legittimerebbe l'avanzata della speculazione e l'allargamento del tristemente noto mercato delle autorizzazioni a territori marginali e, dunque, meno monitorabili, che di tutto hanno bisogno fuorché di becero sfruttamento.
La sezione Italia Nostra di Sestino fa presente che il modello gestionale individuato dalla Geo Italia, elemento innovativo del progetto, che prevede l'azionariato diffuso, l'assunzione di manodopera locale e la sua formazione in loco, nel caso di un ridimensionamento del progetto, sarà totalmente insostenibile. Aumenterà, inoltre, il rischio legato alla nascita di più parchi indipendenti tra loro sullo stesso territorio. Non solo: una simile finestra sarebbe elemento di forte attrazione per tutte quelle aziende senza scrupoli che, tradendo le aspettative dei territori, pur consapevoli dell'insussistenza delle condizioni minime di sostenibilità economico-finanziaria, redigono egualmente il progetto ridimensionato, senza realizzare l'intervento, con l'esclusivo obiettivo di ottenere l'autorizzazione da rivendere al "miglior offerente", nella maggior parte dei casi identificabile con chi a interesse a pulire denaro sporco.
La sezione Italia Nostra di Sestino, in conclusione, qualora il Ministero decidesse effettivamente di aprire "la finestra sulla speculazione", auspica sin da ora che la società proponente Geo Italia rinunzi responsabilmente alla suddetta alternativa, limitandosi ad accettare il parere, con la consapevolezza di chi sa che una simile soluzione farebbe tramontare ogni ipotesi gestionale innovativa. Al contempo esorta, tutti gli attori interessati, amministrazioni comunali in primis, a non lasciarsi illudere e a bocciare con forza e fermezza anche la via del ridimensionamento progettuale che, al contrario di quanto possano far credere i procacciatori di guadagni facili, avrebbe il solo e drammatico fine di svendere i propri territori alla speculazione e al mercato delle autorizzazioni facili.
Il Presidente
Gabriele Cevasco
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