Molti, nel frattempo, riuscirono a fuggire e si rifugiarono nei boschi, vivendo all’aperto o negli anfratti naturali.
Con loro, sempre il parroco: don Giacomo Babini. Riuscivano a celebrare la messa, a pregare insieme in ogni condizione.
Ma i “rastrellini”- gli addetti alle evacuazioni forzate - continuavano il loro lavoro di rastrellamento e il mese di luglio vide partire da tutte le località del versante del Presale e da quelle del Foglia, famiglie intere, vecchi e bambini, verso la Romagna e destinati al Nord.
Il “diario” di don Gerico- “Dentro la linea Gotica. Odissea di una comunità parrocchiale” è stato pubblicato nel 1989, dalla biblioteca comunale di Sestino, nell’ambito di un ampio programma di iniziative incentrate su “La resistenza dei cattolici sulla Linea Gotica”. Un testo esemplare per umanità, schiettezza, partecipazione corale agli avvenimenti e una grande fede per affrontare i giorni del dolore.
Una fede che era lo ”scudo” alle brutalità della guerra. Nella parrocchia di S.Donato- ad esempio – essendo proibite le processioni, la popolazione non volle troncare l’antica tradizione di recarsi al loro piccolo santuario della Madonna del Romituccio. La processione non fu fatta: ma da ogni viottolo, dai vari boschi, dalle pasture sbucarono tutti ed entrarono in chiesa a cantare le lodi alla Madonna che- secondo tradizione – era apparsa in quel luogo a dei pastorelli.
L’anziano arciprete di Sestino, don Damiano Olivoni, si rifugiò, con altri parrocchiani, in una sperduta casetta contadina ma portò con sé il quadro della Madonna della Misericordia, che ritornò in chiesa dopo le distruzioni del paese del 26 settembre 1944.
Ciononostante ci furono morti dolorose, ma le stragi preventivate non si abbatterono su Sestino. Anche per la saggezza di persone che seppero trovare, a volte, uno spirito di abnegazione e di umanità che non perde valore col tempo, e che anzi andrebbe riuttualizzato come insegnamento, in questa temperie di rinnovati comportamenti feroci e idolatri. Così’ come additare il coraggio di due sorelle - Margherita e Daria- che nella loro casa di Sestino capoluogo, nascosero a lungo una famiglia di Ebrei proveniente da Rimini.
Giancarlo Renzi (ValtiberinaInforma.it)
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